David di Donatello tra noia e trash
Nessuna sorpresa per questa edizione dei David di Donatello, i premi italiani riservati al cinema d’autore. Il Capitale Umano di Virzì e La Grande Bellezza di Sorrentino si spartiscono i premi in una serata al limite del soporifero e contraddistinta dagli innumerevoli scivoloni del presentatore Paolo Ruffini, che credendo di svecchiare la consuetudine di questo tipo di evento, ha definito una visibilmente alterata Sophia Loren “topa meravigliosa” , era totalmente impreparato sulla carriera di Bellocchio (avrà mai visto uno dei suoi film!)… Redarguito un pò da tutti, è stato gelato da Valerio Mastrandrea che ci ha regalato il miglior momento della serata e la miglior rivincita contro il trash e la sciatteria della conduzione di Ruffini, dimostrando che il format “Colorado-Mediaset – ItaliaUno” non paga.
Di seguito tutti i vincitori:
Migliore film: Il capitale umano
Migliore regista: Paolo Sorrentino per La grande bellezza
Migliore regista esordiente: Pierfrancesco Diliberto per La mafia uccide solo d’estate.
Migliore sceneggiatura: Francesco Piccolo, Francesco Bruni, Paolo Virzì per Il capitale umano
Migliore produttore: Nicola Guliano, Francesca Cima per Indigo Film – La grande bellezza
Migliore attrice protagonista: Valeria Bruni Tedeschi per Il capitale Umano
Migliore attore protagonista: Toni Servillo per La grande bellezza
Migliore attrice non protagonista: Fabrizio Gifuni per Il capitale umano
Migliore attore non protagonista (con ex aequo): Valeria Golino per Il capitale umano
Migliore direttore della fotografia: Luca Bigazzi per La grande bellezza.
Migliore Musicista: Pivio e Aldo De Scalzi per Song’e Napule
Migliore canzone originale: A’ Verità del film Song’e Napule.
Migliore scenografo: Stefania Cella per La grande bellezza
Migliore costumista: Daniela Ciancio per La grande bellezza
Migliore truccatore: Maurizio Silvi per La grande bellezza
Migliore acconciatore: Aldo Signoretti per La Grande bellezza
Migliore montatore: Cecilia Zanuso per Il capitale umano
Migliori effetti digitali: Rodolfo MIGLIARI e Luca DELLA GROTTA per CHROMATICA per La grande bellezza.
Migliore film dell’Unione Europea: Philomena di Stephen Frears
Migliore film straniero: Grand Budapest Hotel di Wes Anderson
Migliore fonico di presa diretta: Roberto Mazzarelli, per Il capitale umano.
Miglior documentario di un lungometraggio: Stop The Pounding Heart – Trilogia del Texas, atto III di Roberto Minervini
Miglior cortometraggio: 37°4 S di Adriano Valerio
David Giovani: La mafia uccide solo d’estate
David di Donatello Web: Carlo e Clara
Premio speciale: Sophia Loren
Premio speciale: Carlo Mazzacurati
Premio speciale: Marco Bellocchio
Premio speciale: Andrea Occhipinti, Lucky Red.
Paolo Ruffini ai David si è comportato come ha sempre fatto, ovvero da volgarone.
La mia unica speranza è che la sua performance serva quantomeno ad innescare il suo declino, un po’ come successe al duo dei Soliti Idioti quando fecero quelle figure pietose a Sanremo e dalla De Filippi (http://www.tvblog.it/post/34959/i-soliti-idioti-ad-amici-come-buttare-una-carriera). Ma non mi faccio illusioni: il cinema trash ha sempre avuto la sua fetta di appassionati, da Alvaro Vitali a Ruffini passando per Boldi & De Sica, e continuerà ad averla.
L’errore è stato soprattutto di chi l’ha scelto come conduttore. Forse il genio che ha avuto questa bella pensata si era illuso che per un’occasione così importante Ruffini si sarebbe contenuto, ma era prevedibile che non sarebbe andata così: quando uno è grezzo a quei livelli, più di tanto non può migliorare.
Il momento migliore della serata è stato quando Capa Rezza ha consegnato un David musicale: si è presentato con un modo di fare educato, ha fatto una battuta intelligente e pulita e poi è tornato al suo posto. In quei pochi minuti in cui è stato sul palco ha fatto vedere a Ruffini come ci si comporta in queste occasioni, e così facendo ha sottolineato ancora di più la sua inadeguatezza.
sono pienamente d’accordo con te, la tua è un’ottima analisi. 😉
Mi fa molto piacere che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Grazie per la risposta! : )
ho il sospetto che abbiano scelto Ruffini nell’intento (neanche troppo nascosto) di “esportare” quel genere di approccio e modo di fare anche altrove, rispetto al “luogo” in cui è nato. ma spero di cuore che questa contaminazione non riesca.